mercoledì 22 giugno 2016

A Venezia con la famiglia






Una viaggiatrice rimane una viaggiatrice, anche dopo aver dato alla luce un bambinetto vivace e testardo, che, guarda caso, chiede continuamente di andare in aereo o in barca :-)
Domenica scorsa io, il piccolo Ricky, mia mamma, mia zia e mio cugino abbiamo deciso di fare una gita a Venezia per scoprire le isole di Murano, Burano e Torcello. Eh sì, un po' mi vergogno a dirlo, ma nonostante la vicinanza, non le avevo mai visitate.



Ricky si è scoperto amante della fotografia e si è impossessato della macchina fotografica, quindi le foto presenti dal blog sono state scattate dal mio amato tre-enne.
Siamo arrivati in macchina fino a Venezia, dove avevo prenotato il parcheggio e il trasporto fino a Piazzale Roma, il tutto per € 14,00 totali.


Arrivati a destinazione, abbiamo fatto una passeggiata per Venezia, ammirato le vetrine e soprattutto quella bellissima borsa Gucci da € 2200 :-p, abbiamo mangiato un gelato per poter usufruire dei servizi e abbiamo raggiunto l'incantevole Piazza San Marco. Lì abbiamo acquistato un biglietto giornaliero per il vaporetto e siamo andati alla scoperta delle isole.


I vetrai di Murano sono dei veri artisti, ma Burano è l'isola che mi è piaciuta di più. Con i suoi colori vivaci ricorda e l'atmosfera a metà tra la Croazia e la Spagna ti permette di rilassarti e dimenticare i problemi del quotidiano, almeno per qualche istante.


Personalmente mi è dispiaciuto vedere una bella villetta color rosso, fronte mare, con giardino, disabitata e diroccata. Mi ci trasferirei io se potessi.
Ricky è stato molto buono e mi ha permesso di godermi la giornata.


Anche il meteo si è dimostrato clemente. Sopra e sotto potete ammirare la stella cometa fatta di Vetro di Murano. 


Sotto vedete il faro del porto di Murano


Ecco alcune foto della coloratissima Burano, scattate dal mio piccolo ometto :-) Ammettete che è stato bravo, dai 




La casa rosa, forse perché tinteggiata del mio colore preferito, è davvero irresistibile !


Scorcio di Burano.


lunedì 20 giugno 2016

World Refugee Day

20.06.2016


Giornata Mondiale del Rifugiato per dirla all'italiana.
No, oggi non parlo di viaggi fatti da me, ma di viaggi compiuti da altri, non per diletto, ma per fuggire da una guerra.
In questo periodo si parla molto di rifugiati, più in negativo che in positivo a dir la verità e io sto vivendo quest'esperienza in prima persona, infatti in uno degli alberghi che gestisco assieme a mia madre, al momento ospitiamo 22 ragazzi di origine afghana. Tante sono le domande che le persone si porgono e voglio cercare di rispondere ad alcune. Vi prego di segnalarmi ogni vostro quesito e sarò ben felice di rispondervi documentandomi direttamente.

  1.  Scapperanno da una guerra? Chi lo sa? Certamente qualcuno scapperà per soldi, ma voi lascereste famiglia, beni e terra con solo un sacco delle immondizie per contenere tutto ciò che potete trasportare se non foste disperati??? Io no e non credo si tratti di viaggi di piacere. Non li voglio difendere in toto; alcune volte mi interrogo anch'io sulla loro verità e mi arrabbio pure, ma provo ad avvicinarmi a questa nuova cultura, così diversa e complicata e cerco di comprenderla più che posso.
  2. Come mai sono tutti uomini giovani? E le loro mogli? Beh,, molti la moglie non ce l'hanno ancora, scappano dal regime Talebano (ecco una notizia fresca fresca di oggi); altri sperano di trovare uno stile di vita migliore; altri sostengono che donne e bambini siano al sicuro anche in terra natia; altri hanno pensieri un po' più maschilisti, non lo nego e non li giustificherò mai, ma sto provando a conoscerli; altri vogliono ottenere i documenti per poi richiedere il ricongiungimento familiare.
  3. Ma perché non lavorano? Se siete italiani dovreste conoscere ormai la democrazia del Bel Paese, poi, col razzismo che dilaga, chi assumerebbe un afghano, dai dai....
  4. Gli paghiamo anche il cellulare! Scusate, ma questa è una grande ca....a! Il cellulare per loro è un bene di prima necessità, lo utilizzano per rimanere in contatto con la propria famiglia, creano gruppi whatsapp per darsi consigli circa l'itinerario da seguire e i paesi dove andare. Un cellulare non costa tantissimo al giorno d'oggi, è un bene che tutti possono permettersi di acquistare e i richiedenti asilo, prima di arrivare in Europa, un lavoro ce l'avevano e sono riusciti a mettere da parte quei 200-300 euro necessari per acquistare un cellulare.
  5. Li manteniamo noi. No, i 35 euro che vengono stanziati per il loro mantenimento non arrivano direttamente a loro, ma alle strutture che li accolgono e credetemi, con i soldi che rimangono, non si arricchiscono neanche quest'ultime!
  6. Sono sempre ben vestiti. La maggior parte dei vestiti, per non dire il 100%, gli viene regalata dalla gente del posto. Anche da noi, dopo un'iniziale titubanza, molte persone hanno portato indumenti e continuano a portargliene. Un po' di timore iniziale penso sia normale, ma quando la gente capisce che sono ragazzi tranquilli, non disturbano, salutano e trattano il prossimo con educazione, cambiano leggermente il loro punto di vista.

All'inizio ero un po' spaventata anch'io. Si sa, alla fine i luoghi comuni tendono ad influenzarti. Avevo paura che non ci rispettassero, essendo tutte donne; avevo paura che ci distruggessero le camere, invece si sono rivelati ordinati, più della media, rispettosi e simpatici tanto che quest'anno abbiamo festeggiato il compleanno di mia mamma in maniera alternativa, con musica pashtun accompagnata da danze tipiche e pizze al peperoncino :-).
Non possiamo ancora parlare di integrazione ai livelli di Riace, ma sarebbe bellissimo riuscire a creare un progetto per integrarli anche in questi paesini destinati all'abbandono nel cuore della Carnia! Sto vivendo un momento di enorme crescita interiore alla scoperta di un nuovo mondo che, questa volta, è venuto a casa mia senza bisogno che mi spostassi. Per me i viaggi sono una scoperta e adesso sono in viaggio da 5 mesi, anche se una scappatina alle Seychelles ci starebbe tutta :-P



AUGURI MAMMA LELLA!


lunedì 9 maggio 2016

Disoccupata sì, fallita no

Buona sera a tutti,
non ci sentiamo da un po' di tempo, ma ora sarò più libera. Eh sì miei cari, non mi sono classificata tra le prime due, così non posso continuare a svolgere il mio lavoro. Pazienza, non mi affliggo, mi dedico alla mia formazione, ai miei hobby, ad aiutare mia mamma con le sue attività e, last but not least, mi occuperò di mio figlio.
Ho qualche viaggio in programma, ma avrò anche meno soldini a disposizione, quindi dovrò studiare delle soluzioni di viaggio molto economiche, ma non mi faccio certo spaventare da questo.
Cerco di darmi carica, ma mi sento amareggiata. Ho oltre 30 anni, una laurea magistrale ottenuta 8 anni fa (eh sì, sono stata la prima del mio corso a laurearmi), ho seguito svariati corsi di formazione, mi sono sempre data un sacco da fare, eppur questo non basta. Non sono ancora riuscita a trovare la mia strada nè a fare un'attività che mi gratifichi. Fare la segretaria non faceva per me, io sono ambiziosa, dinamica, ho bisogno di nuovi stimoli continui e stare rinchiusa dietro una scrivania senza la possibilità di migliorare la mia posizione per me non è accettabile. Ora spero che mi ammettano al master Itals della Ca' Foscari, avrò una botta di c... almeno stavolta, che dite???
Mollare tutte ed andarmene dall'Italia potrebbe sembrare la strada più ovvia, ma no! Io in questa Italia ci credo e ci ripongo delle speranze. Vorrei riuscire a creare un futuro migliore almeno per le prossime generazioni senza lasciarmi abbattere da queste sconfitte.
Ripongo ancora fiducia nell'attività di mia mamma, sita in un piccolo paesino di montagna; nelle potenzialità del turismo nella mia terra; nelle capacità dei giovani di sfruttare questo nostro Paese, di rimboccarsi le maniche e creare qualcosa di nuovo. Sono forse una sognatrice??? A volte lo penso anch'io: a 32 anni è difficile che ti assumano, troppo vecchia per i tirocini formativi o per i contratti di apprendistato, troppo giovane per permettere alla ditta che mi assumerà di ottenere sgravi contributivi o agevolazioni. Mi sento tagliata fuori dal mondo del lavoro, sono in ansia perché devo crescere un figlio e sono arrabbiata con me stessa per non essere ancora stata in grado di trovare la mia strada.
Sono arrabbiata anche con le leggi italiane: ho accettato di lavorare per oltre 2 anni con la partita iva, ma d'altronde dovevo tirare a campà in qualche modo. Adesso mi ritrovo ad avere solamente un mese di disoccupazione e poi?? Non mi pare giusto che chi versa i contributi in proprio non abbia diritto agli aiuti statali. Perché i titolari di partita iva sono considerati dei lavoratori di serie B? Perché non hanno diritto alla malattia, al TFR, alle ferie e alla disoccupazione? Chi mi darà mai delle risposte? Chi si batterà per un futuro migliore? Chi la smetterà di versare i contributi e proporrà di gestirseli in autonomia? Non siete stufi di pagare la pensione a migliaia di persone, quando voi (noi) non ci andremo mai. La speranza dello Stato e quella di vederci morire prima dell'età pensionabile, ma si sbaglia. Io lotterò con tutte le forze! 

Dopo questo sfogo vi lascio. Scusate se riverso la mia rabbia su di voi, ho tentato di essere positiva e allegra, ma il senso di ingiustizia ha avuto il sopravvento.

Vorrei tanto rilassarmi così, in una jacuzzi all'ultimo piano di un palazzo a Dubai :-)






venerdì 13 novembre 2015

Ben arrivato Sushi!

Mercoledì 11 sembrava una tranquilla giornata di lavoro come tante altre, ma ecco che mi ritrovo a fare una pratica ad un poliziotto indaffarato a mandare sms. Si scusa dicendomi che avevano sequestrato 49 cagnolini provenienti dall'Ungheria e che erano disponibili presso la caserma di Amaro. Ci penso 3 secondi e vado a prenderne uno, col consenso del mio capo, ovviamente. Un cucciolo di Cavalier King dagli occhi tristi e il manto bianco e champagne conquista il mio cuore e decido di adottarlo. Non mi preoccupo della reazione del mio compagno e mi immagino gli occhietti emozionati del mio bimbo quando lo incontrerà. 
Le condizioni generali del cagnetto, Sushi - d'altronde come potevo chiamarlo se non come il mio blog?! - appaiono buone, ha due mesi ed è di ottimo carattere. 
E' già famoso, perché è apparso su vari articoli di quotidiani e persino su Striscia la Notizia e sul Tg5.




Bisogna fermare questa tratta dei cuccioli e non venderli costringendoli a vivere in situazioni pietose e a viaggiare senza cibo e nella sporcizia.

domenica 24 maggio 2015

BlaBlaCar. Viaggiare low cost

Anche viaggiare in macchina è dispendioso, soprattutto considerando i costi sempre più elevati del petrolio e dei pedaggi autostradali.
Esistono, però, dei siti che aiutano ad abbattere le spese di viaggio grazie al car sharing.
Il più famoso è senz'altro BlaBlaCar, un sito che ti permette di offrire o usufruire di passaggi una volta registrato. E' bene notare che si viaggia in compagnia di utenti verificati!

Voglio far presente che esiste una pagina facebook che emula il funzionamento di BlaBlaCar, ideato da una ragazza di Tolmezzo e si chiama "Cjacarin in car", per ora circoscritto al Friuli Venezia Giulia.



Viaggi solidali last minute con WEP

Vuoi aiutare chi ne ha bisogno, conoscere nuove culture e imparare una nuova lingua? Allora WEP è il sito giusto!
Siete ancora in tempo per partire quest'estate col programma adatto a voi.


7 espressioni e parole che i francesi non utilizzano mai!

Quando studi una lingua straniera tendi ad utilizzare delle espressioni e parole straniere che hai sentito alla tv o che utilizza qualche conoscente che si vanta di conoscere molte lingue straniere, ma emulare non va sempre bene.

Ecco un link che sottolinea l'uso scorretto di alcune parole che gli stranieri utilizzano abitualmente parlando in francese.